TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

 

Conosciamo e crediamo

 

Chi è Gesù Cristo?

 

Gesù e il suo contesto

 

Gesù e il culto

 

          In Gesù si vede un rispetto del culto, ma anche una sorprendente autorità.

          Se parliamo del rapporto tra Gesù e il culto dobbiamo anche vedere come si comporta con coloro che predicano e esercitano il culto. Gesù è più vicino agli ambienti di tendenza farisaica che ai sadducei, la Chiesa primitiva già nel modo di riportare le cose evidenzia una polemica antifarisaica, questa anamnesi ecclesiale ha influito sul modo di presentare Gesù Cristo, su alcuni punti c’è stato uno scontro tra Gesù e i farisei, e questa polemica è rimasta aperta per molto tempo. Nella ricerca sul Gesù storico si tende a riportare Gesù nel contesto della sua ebraicità, questo non vuol dire che non c’è stata polemica con i farisei, porre Gesù nel contesto ebraico è sacrosanto, mitigare la discontinuità va bene, ma non omologare Gesù nel contesto ebraico, c’è una certa continuità ma anche una certa rottura.

          Il fariseo non è solo un oppositore di Gesù. Fariseo non è soltanto ipocrisia, ma è anche una seria ricerca di santità e osservanza, in genere al di fuori di mire politiche, tanto che i farisei criticavano i sadducei: il loro modo di operare il culto, e il legame tra i sadducei e i romani (pagani). Sforzarsi di obbedire alla legge di Dio, il problema non è tanto quanto alla Torah, ma quanto all’Allakah, il modo di interpretare la legge, è su questi punti che si verifica uno scontro. Dopo l’esilio c’era un tacito accordo che metteva sullo stesso piano la Torah e l’Allakah. L’evangelista Matteo mette l’accento proprio su questo fatto, sulla continuità della legge e Gesù, i contrasti nascono dall’interpretazione orale. Il fariseo di per sé non è un oppositore di Gesù, perché Gesù è un osservante, è un pio israelita, Gesù osserva i comandamenti, e invita a seguire i dieci comandamenti, oppositore di Gesù è invece il partito dei sadducei, che sono i maggiori responsabili della morte di Gesù. Questo partito balza alla ribalta dopo la costruzione post esilica, il ritorno in patria dall’esilio nel 538 a.C. Al tempo di Gesù il partito dei sadducei è il principale detentore del potere politico in Israele, quel potere politico che i romani, che erano gli occupanti concedevano ai capi della nazione ebraica, e allora i sadducei sono i più collusi con il potere occupante. In che cosa poteva consistere questo potere, non nel mandare a morte o giudicare qualcuno, ma avevano un potere soprattutto per il culto e l’organizzazione del culto. Dai sadducei veniva considerato un laico e veniva avversato, Gesù è un laico che diverrà sommo sacerdote. È avversato perché presenta un nuovo modo di rendere culto a Jahvè.

Farisei:

  1. Credono nell’importanza dei Padri

  2. Credono in una retribuzione oltre la tomba

  3. Credono nella resurrezione dopo la morte

  4. Credono nella presenza degli angeli

Sadducei:

  1. Non credono nella resurrezione

  2. Non credono alla presenza degli angeli hanno una concezione piuttosto materialista per certi versi

 

La rivalutazione del fariseo osservante non deve far concludere in una continuità tra i farisei e Gesù. Per quanto Gesù sia più vicino ai farisei che ai sadducei, Gesù non è un rabbì di tendenza farisaica vi sono infinite differenze, soprattutto l’atteggiamento di Gesù nei confronti del culto, verso cui manifesta una sovrana libertà. Anche nei rispetti della legge si mostra osservante ma nello stesso tempo superiore.

Il culto ha a che fare direttamente con il Tempio, le chiavi del Tempio ce l’avevano i sadducei, i farisei partecipavano al culto al tempio, ma non erano loro gli organizzatori. I farisei determinavano comportamenti e modi di accesso al Tempio, diremo che c’era un patto sotterraneo, i farisei criticavano il modo in cui avveniva il culto, ma non apertamente, c’era come un patto segreto. Mentre nel movimento del Giovanni Battista c’è una rottura aperta. I farisei criticano il modo in cui veniva organizzato il culto nel tempio, si accorgevano che dei riti troppo enfatizzati non erano la cosa importante, ma era importante il cuore con cui si faceva questi riti. I sacrifici che vengono offerti sembrano soltanto qualcosa di esteriore, c’è una crisi nella religiosità del tempo.

I testi del Nuovo Testamento non parlano quasi mai del sistema cultuale. Paolo che era un ebreo così zelante non parla mai del Tempio nelle sue lettere e non parla mai dei sacrifici, anzi quando nomina i sacrifici dice che sono superati, e quando nomina il Tempio parla dell’abitare di Dio in noi, non nomina neanche il Tempio di Gerusalemme. Tutto questo ha un forte peso, nel vangelo di Giovanni si dice addirittura “distruggete questo Tempio e io lo ricostruito in tre giorni”. Gesù vuole annunciare una nuova verità, rispetto all’antico ordinamento, questo per esempio si vede nella cacciata dei venditori, è un segno profetico di un Tempio che rappresenta i sacrifici e di cui non c'è più bisogno, c'è bisogno di una purificazione interiore, di un'offerta interiore, sulla via poi di molti profeti che avevano già criticato i sacrifici come atti puramente esteriori, c'è bisogno invece di un cuore nuovo. Quell'azione di Gesù nel Tempio non era contro il fare mercato nella casa del Padre, perchè quei mercanti vendevano ciò che serviva per il culto, rispettavano la Legge, non andavano contro, è invece una risposta profetica, che gli israeliti capiscono bene, noi ora un po' meno. Il capitolo 13 di Marco, Gesù annuncia la rovina del Tempio. L’episodio della cacciata dei venditori dal Tempio è molto importante, si applica il criterio della molteplice attestazione, raccontato da tutti e quattro i vangeli, quindi non ci sono dubbi che sia storico. Il gesto di Gesù non vuole essere rivoluzionario, che dichiara illeciti i sacrifici. Se il gesto di Gesù non è quello di un rivoluzionario o di un liberale che gesto è? È un gesto che non va letto nella difesa della sacralità del luogo, ma il gesto di Gesù è un segno di compimento escatologico, ci fa vedere che c’è un nuovo Tempio escatologico, libero dai traffici materiali. Un nuovo Tempio che è esente da sacrifici cruenti, un nuovo Tempio aperto a tutti i popoli indistintamente. Il comportamento di Gesù annunciava la fine del Tempio antico e l’evento di un nuovo Tempio escatologico. Nel racconto di Giovanni al capitolo 2, Gesù viene preso in parola, Gesù parlava del Tempio del suo corpo, proprio il voler distruggere il corpo di Gesù da parte dell’ordine religioso avrebbe coinciso con la distruzione del Tempio. Episodio importantissimo per far vedere che si tratta di un nuovo Tempio non più legato ai sacrifici. Altri episodi sono il velo del Tempio che si squarcia, in occasione della morte di Gesù. Gesù è colui che si sacrifica una volta per sempre, nel nuovo Tempio si potrà adorare in spirito e verità. C’è coincidenza tra la figura del sacerdote e Gesù, il sacerdote è colui che si offre.

Contesto