TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Chi è Gesù Cristo?

 

Capire Cristo nella storia e nei concili

 

Tema

Riassunto

   

I primi secoli

          Nei primi tre secoli si cerca di portare l'annuncio del Nuovo Testamento e nel mentre nascono le prime eresie che nascono più che altro dall'inconprensione giudaica e greca di un uomo-Dio, un messia crocifisso. E così si diffonde la dottrina gnostica-docetista, si fa fatica ad accettare la carne umana di Gesù, la nascita verginale da Maria. Attorno a queste eresie si sviluppa una cristologia antignostica, e ci sono i primi simboli, che venivano annunciati nei sinodi locali.

          Interesse dei Padri è far vedere la continuità con l'Antico Testamento che alcuni come Marcione mettevano in dubbio. Inizia a svilupparsi una lettura della Sacra Scrittura non solo letterale, il testo va anche visto in senso simbolico o allegorico, e in senso anagogico cosa ci dice per il futuro. Questi punti di Origene verranno poi ripresi nel medioevo e verrà aggiunti a questo la morale, il ciò che si deve fare.

          La cristologia porta l'annuncio, questo è uno dei suoi dati più importanti, alcuni sono fissi negli schemi bibblici, altri invece escono fuori e cercano di portare la fede in Cristo nella cultura dell'interlocutore a cui viene annunciato. La difficoltà è annunciare un Logos che diviene carne, il Logos immutabile che diventa carne, è inconcepibile già che divenga essendo in realtà immutabile.

          Il docetismo nasce proprio dall'affermazione che Gesù ha preso una forma umana solamente apparente. A pochi anni dalla morte di Gesù si mette in dubbio la sua umanità, questo per salvaguardare la sua trascendenza, sembra quasi una bestemmia parlare di un Dio incarnato, di un Dio così vicino agli uomini. In risposta la Chiesa antica afferma il realismo della realtà umana di Gesù. Il problema non è puramente teologico, ciò che interessa è la salvezza, la Chiesa antica è convinta che senza  il divenire uomo di Gesù non ci sarebbe nessuna salvezza.

          La concezione verginale di Maria è una conseguenza del fatto che il Verbo ha preso carne umana. La concezione verginale viene intesa dai docetisti in modo un po' diverso, il seme di Gesù non è umano, e quindi la concezione verginale testimonierebbe il fatto che Gesù non è realmente uomo. I Padri difendono questa concezione per difendere la concezione divina e umana di Gesù, la sua doppia  origine, c'è inoltre l'idea di una nuova creazione, Gesù contrapposto ad Adamo.  La nascita verginale è inoltre intesa come la prefigurazione del nostro battesimo, come Gesù è rinato nella carne noi possiamo rinascere nello Spirito.

          La Chiesa cerca l'inculturazione, anche se con alcune resistenze la Chiesa antica adotta anche termini greci come Logos, che hanno dietro tutta una tradizione filosofica, ma li adatta li trasforma. Le eresie nascono invece da un'eccessiva ellenizzazione in cui si rimane incastrati, così è per Ario che non concepisce l'uomo- Dio, così è per Apollinare che attento all'unità finisce per negare l'integrità dell'umanità di Gesù.

          Il Concilio di Nicea sarà importante a livello cristologico perchè non solo affema che Gesù è Dio, lo diceva anche Ario, ma che è consostanziale al Padre. Che in Dio c'è una comunione di amore. Il Concilio Costantinopolitano I va contro i pneumatochi e afferma la divinità dello Spirito Santo, anch'esso ha la stessa dignità del Padre e del Figlio.

 

Concilio di Efeso

          Nasce dallo scontro tra due scuole diverse, quella alessandrina e quella antiochena, quella alessandrina si concentra sull'unità, a volte finendo per ledere l'integrità delle due nature in Cristo. Quella antiochena si concentra invece sull'integrità delle due nature in Cristo, ma a volte perde di vista l'unità del Cristo, così che ci sono due Cristo.

          Lo scontro è tra Cirillo di Alessandria e Nestorio. Nestorio diviene patriarca di Costantinopoli e porta lì il pensiero della scuola antiochena. Il problema nasce dall'affermazione di Nestorio che contraddice il titolo Madre di Dio, Maria può essere Madre di Gesù, ma di certo non Madre di Dio, come può infatti l'infinitezza di Dio uscire dal grembo di una donna. Si apre dunque lo scontro con Cirillo.

          Nestorio fatica a capire ciò che per Cirillo è chiaro, ed è che ciò che si può applicare all'umanità di Gesù lo si può applicare anche alla divinità, così anche la sofferenza e la passione che a Dio non si possono applicare, tramite l'umanità di Gesù è stata provata anche dal Logos. Cirillo riprova la dottrina di Nestorio quindi, manda una lettera ai vescovi d'Egitto e a Papa Celestino I, che convoca un sinodo locale in cui si dà ragione a Cirillo, che forte di questo consenso presenta a Nestorio 12 anatemismi. Nestorio li rifiuta e chiede aiuto all'imperatore che indice un Concilio Ecumenico, ad Efeso che era la patria di Maria.

          Cirillo presiede il concilio e lo apre dopo 16 giorni dalla data prefissata ancora non erano giunti i vescovi di Antiochia e i legati papali, ma il caldo era tanto e c'era chi iniziava a morire, Nestorio si rifiutò di partecipare nonostante convocato tre volte, considerava questo concilio non valido, vista l'assenza di molti.  Il Concilio fa sue le affermazioni di Cirillo e decide di condannare e deporre Nestorio. Il Patriarca di Antiochia Giovanni appena arriva mette su un altro concilio che condanna Cirillo e il suo comportamento. Intanto al Concilio di Cirillo vengono anche i legati papali e continua sino alla fine condannando anche il controconcilio degli antiocheni e il Patriarca Giovanni.

          Cirillo esce vittorioso alla fine, ciò non vuol dire che la condanna è contro tutta la scuola antiochena,  Cirillo intelligentemente firma un patto di unione con il Patriarca di Antiochia. Qui c'è l'integrità delle due nature e l'affermazione dell'unità di Cristo insieme con la condanna della dottrina di Apollinare e Ario e la riaffermazione del Concilio di Nicea, la consostanzialità del Figlio al Padre e viene aggiunto anche all'umanità.

         

Concilio di Calcedonia  

          Il problema nasce da un monaco di nome Eutiche che porterà all'estremo la dottrina di cirillo, rendendo eretico ciò che era ortodosso. Eutiche si concentra talmente sull'unità che finisce per dire una sola natura in Cristo, il monofisismo, afferma che l'umanità di Cristo si perde nalla sua divinità. Viene richiamato dal Patriarca di Costantinopoli Flaviano, per tutta risposta con le sue conoscenze fa aprire un concilio a Efeso all'imperatore. Questo concilio riabilita Eutiche, ma c'erano molti errori procedurali di cui il più importante è che fu negata la presidenza ai legati papali. Appena saputo di questo concilio Leone Magno lo rinominò latrocinio di Efeso.

          Chiese un nuovo concilio il Papa e si svolge a Calcedonia, Papa Leone Magno sarà il protagonista di questo concilio, il Patriarca Dioscuro che aveva autato Eutiche fu deposto e Leone Magno riuscì a proporre una dottrina che in modo geniale non prendeva parte per nessuna delle due scuole (alessandrina e antiochena) ma che prendeva il meglio da ognuna, l'incarnazione da cui si parte del Cristo unico e indiviso e le due nature di Cristo totalmente integre.

          Calcedonia non gioca con concetti difficili, è una questione soteriologica, di salvezza, Gesù per salvare deve essere  completamente uomo. E così Calcedonia chiarifica una volta per tutte il concetto di ipostasi e nature, e così è più semplice parlare di incarnazioni. Il solo e unico Cristo in due nature, prima c'è l'unica ipostasi, l'unica persona e poi due nature totalmente integre, ma non è la congiunzione delle due a formare Cristo, si parte sempre da un solo unico Cristo, lì è il punto di partenza.

          L'intenzione è antieretica, è di mettere dei paletti per poi camminare in una linea ortodossa. L'intento è religioso e soteriologico, è un modo di professare la fede perchè sia vissuta correttamente.  Calcedonia non è una fine, ma un inizio, spingerà a ragionare, darà anche le basi grazie ai due concetti di ipostasi e natura.

 

Concilio Costantinopolitano II  

          L'imperatore Giustiniano vuole fare un passo verso i monofisiti, per cercare in qualche modo di portare l'unione e vuole condannare i tre capi della Chiesa antiochena, venne così convocato un concilio nel 553, il Papa prese le distanze dal concilio per poi non accettarlo inizialmente nei suoi esiti, poi circoscriverà la condanna con riserva, e infine si accorge che il concilio aiuta a capire di più quello di Calcedonia, e quindi lo accetta e diventa ecumenico.

          Il Concilio rifiuta il nestorianismo e  riafferma prima di tutto l'unità del Cristo, un solo Cristo.  Poi si critica il monofisismo con molta attenzione a Cirillo, si critica chi dice "una sola natura in Cristo" con attenzione a chi lo usava prima con un senso che però era in linea con il Concilio di Calcedonia.

          Dal Concilio Costantinopolitano poi si svilupperà la dottrina dell'en-ipostasi, dentro l'ipostasi. Una natura non può essere mai pensata da sola ma sempre riferita a un ipostasi, ma se è vero che a ogni ipostasi corrisponde una natura non è vero il contrario, altrimenti si rischierebbe di arrivare a creare due Cristo.  In Cristo la natura umana non ha un ipostasi umana, altrimenti ci sarebbero due Cristo, ma la natura umana si appropria dell'ipostasi del Logos.

 

Concilio Costantinopolitano III  

          Il monofisismo è ancora un problema serio e il Patriarca Sergio di Costantinopoli prova a fare un passo verso di loro, e cerca più che altro di spostare il problema. In Cristo ci sarebbe una sola volontà e una sola energia. Di fatto andava a sostenere una nuova eresia che era il monotelismo,  il Papa Onorio I la approvò e l'imperatore la rese obbligatoria nell'impero.

          Martino I, un successore di Papa Onorio I, fa convocare un sinodo per discutere dell'argomento, viene chiamato anche Massimo il Confessore. Dal sinodo che si tenne al Laterano nel 649 riprova il monotelismo e dichiara due volontà e due energie in Gesù. Martino I fu deportato e morì così esiliato.

          Nel 680 si convoca il Concilio Costantinopolitano III, che condanna il monotelismo e Papa Onorio.  Il Patrairca Sergio riteneva che Gesù umanamente non avrebbe mai accettato quel calice, invece le Scritture dicono che è proprio umanamente che accetta la volontà di Dio, con la sua umanità.

         

La cristologia nel medioevo  
 

Chi è Gesù Cristo?