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I grillini imbavagliano il cardinal Scola

Vietare l’intervento in Aula per non rischiare di minare la laicità dello Stato. Chi minaccia così da vicino le nostre istituzioni? Non si tratta di un pericoloso criminale o di un intellettuale dal pensiero integralista, ma più semplicemente dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola. Accade nel Consiglio regionale della Lombardia dove una pattuglia di 9 grillini, che hanno fatto il loro ingresso per la prima volta al “Pirellone” nel marzo scorso nell’ultima tornata elettorale, vorrebbe scongiurare la lectio in Aula del Cardinale di Milano.

«In uno Stato laico le istituzioni devono mantenere un profilo aconfessionale. Vorremmo dedicare tutto il tempo utile per quello per cui siamo stati eletti e cioè governare». È il diktat di Paola Macchi, la neocapogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Lombardia. O meglio la “portavoce” – come pretendono di essere definiti i pentastellati – che ora però vorrebbe mettere il bavaglio ad una delle figure più autorevoli del panorama, non solo religioso, ma soprattutto intellettuale del nostro secolo. Un controsenso per chi, anche attraverso l’uso della rete professa la trasparenza e la libertà d’espressione. Più a parole che nei fatti, probabilmente. Ma non è l’unico cortocircuito di un movimento, quello dei seguaci di Grillo, che si accomoda, come tutti gli altri, nelle sedi in cui le decisioni vengono prese democraticamente.

 

 L’invito rivolto a Scola, infatti, è stato condiviso sia con l’ufficio di Presidenza del Pirellone, sia nella riunione con i capigruppo (dove in entrambe siedono rappresentanti del M5S e dove è stata raccolta la posizione favorevole di tutte le forze politiche). All’annuncio della data ufficiale dell’intervento nell’aula consiliare (il 17 dicembre prossimo) i grillini hanno sbottato gridando all’invasione di campo. Chiarissima la posizione del presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo che nel ringraziare Scola per «per aver risposto positivamente all’invito» ha ribadito che «la sua è una presenza importante. Sarà infatti la prima volta che l'Aula del Consiglio regionale ascolterà l'intervento del Cardinale di Milano, come in passato aveva accolto altri leader religiosi come il Dalai Lama, ma mai il capo della Chiesa ambrosiana».

Il titolo dell’intervento scelto dal Cardinale tocca peraltro una tematica laicissima “Un nuovo umanesimo: il futuro della Lombardia”. Ma questo pare non bastare al Movimento 5 Stelle che chiede di «ripensare all’opportunità dell’invito e a fissare un appuntamento con il cardinale per un altro giorno e in altra sede» minacciano addirittura di “uscire dall’aula”.

Insorge la rete. Qualcuno osserva su Twitter «se i 5S usciranno dall'aula siamo molti i giovani e i cittadini lombardi che desiderano occupare i loro posti per ascoltare Scola», ma anche sul sito della laicissima repubblica.it dove commentano: «Ma è incredibile la chiusura mentale di questi ‘politici’ come se un rappresentante di una religione intervenendo in consiglio regionale potesse interferire con la laicità dello Stato. Se intervenisse il Dalai lama la penserebbero allo stesso modo? E per favore... Non ci credo che il lavoro per approvare il bilancio regionale sia tanto oneroso da non consentire una pausa. Si mischia il concetto di laicità dello stato con la presenza per altro in un contesto non politico di un rappresentante di una religione. Nessuno può essere tanto cieco ed estremista dal non rendersi conto che la religione e non solo quella cattolica è una realtà che non può essere ignorata. Da queste prese di posizione viene fuori tutto l'estremismo e l'integralismo del movimento fondato dal comico». Il Presidente dell’aula Cattaneo da parte sua ha risposto per le rime al M5S, precisando che «il tema che l'Arcivescovo ha voluto scegliere, è certamente di grande attualità. Il suo intervento sarà un contributo importante per il dibattito civile e aiuterà il nostro Consiglio a riflettere sul bene comune e sulla strada ardua che bisogna percorrere per costruirlo. Un intervento di una personalità dall'alto e riconosciuto spessore intellettuale, oltre che del pastore della Chiesa lombarda». E ha aggiunto: «quando capitò proprio l’incontro col Dalai Lama, nessuno disse nulla. Ci mancherebbe ora che dovessimo annullare l’incontro con Scola. Anzi, rilancio: se avessimo invitato l’imam della comunità islamica di Milano non credo le polemiche sarebbero state le stesse. Perché di fondo sta qui la ragione: c’è un sottile pensiero anti-cristiano».

Alla fine di questa incomprensibile vicenda è lecito domandarsi: ma non erano i 5 Stelle di Grillo e Casaleggio che, anche attraverso l’uso di Internet e dei social network, erano i paladini della libertà di pensiero e di espressione. Ora, invece, sembrano temere l’intervento in Aula del pastore della Chiesa ambrosiana. Per quale motivo? Mistero della “rete”…

 

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana