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Peppino di Capri - La panchina


La panchina di Peppino di Capri: testo e commento alla canzone

Il testo


Solo su una panchina leggeva dentro di sé
l'anima come un giornale
vecchio da accartocciare.
Un passato ingiallito ai piedi suoi si posò
solo su una panchina si addormentò.
Ma un angelo per caso passava lì e si mise accanto
i suoi capelli bianchi accarezzò e il vecchio per incanto
ridiventò bambino e sorrideva perché
stringeva tra le mani
speranze del domani .
E il più bell'aquilone del mondo da lui volò
e anche la primavera si risvegliò
e venne il tempo e disse stasera io gli faccio un favore
ritorno a quando lui si sedeva lì col suo primo amore.
E venne il cielo a dire stasera io accendo le stelle
e a quei due innamorati su quella panchina
..offrirò le più belle...
Han visto una panchina di notte volare via
e mille e più panchine seguire la sua scia
con sopra tanta gente che non aveva più età
stanotte diamo stelle a chi non ne ha...
Solo su una panchina l'hanno trovato così
quel che è sembrato strano
è che aveva una stella in mano.


Il mio Commento



Questa canzone mi è piaciuta subito, appena l'ho sentita a Sanremo. Se vediamo la frase iniziale e la frase finale vediamo che c'è un gran passaggio, la prima è triste la seconda no, la seconda è dolce, eppure la situazione non cambia, anzi forse la seconda è più tragica, infatti sia nella prima che nella seconda lui è solo sulla panchina, nella prima c'è questo vecchio che almeno agisce lui, si guarda l'anima ma la trova accartocciata come un foglio vecchio, che immagine triste, manca qualcosa che magicamente compare nell'ultima, in cui l'uomo viene trovato, quindi sembrerebbe addirittura morto, ma in fondo non so se è quello che vuole intendere questa frase. Ma la cosa che la frase finale possiede e la prima no è quella cosa che si è venuta costruendo nel pezzo di canzone che divide queste due parti: la speranza. Arriva un angelo a dare la speranza e tutto cambia, si accendono le stelle, luce, segno di speranza e questa stessa vita piena di speranza cambia senso e non si vede più quell'anima accartocciata, ma un anima che spera, e un anima che spera è sempre giovane e "ridiventò bambino e sorrideva perché stringeva tra le mani speranze del domani". La speranza l'ha fatto volare via insieme alla sua panchina e la speranza è contaggiosa e ha trascianto con se tante panchine e ha regalato tante stelle a chi non aveva speranza. E alla fine della canzone quindi, si quell'uomo è sempre lo stesso, la panchina anche ma ora ha una stella in mano, ha la speranza con se. E tutto viene visto in modo diverso. Oggi ci sono anche tanti giovani che hanno quell'anima lì accartocciata, giovani che hanno bisogno di una stella di una speranza, e la speranza chi la deve regalare se non chi ce l'ha? Ecco noi cristiani abbiamo ricevuto la speranza da un uomo di nome Gesù e ora dobbiamo portarla, perchè quando si riceve qualcosa di così grande non si può non donarla a chi si ha intorno. Questa speranza non sempre cambia il mondo ma cambia spesso il modo di vederlo, non cambia tutto, si buca una gomma sia con sia senza speranza, ci si fa male con o senza speranza, si muore con o senza speranza, si vede morire le persone a cui si tiene sia con sia senza speranza. Queste cose la speranza non le cambia, ma cambia qualcosa viverle con speranza? cambia tutto, cambia che queste cose diventano meno terribili, cambia che non c'è la disperazione e che è tutta un'altra cosa sapere di non essere soli, sapere che alla fine la nostra vita e il nostro futuro è affidato a una persona che ci ama più di quanto ci amiamo noi stessi, sapere che la nostra vita è in mano a un padre che ama così tanto noi da mandare il suo Figlio qui sulla terra per salvare noi. Il futuro? Il futuro non può che essere speranza perchè è di Dio, il nostro futuro è suo.